lunedì, giugno 11, 2007

Mauro Bressan: un eroe dimenticato

I giocatori passano, si dice. La squadra del cuore, invece, resta sempre. E con i giocatori passano gli anni, le partite, le vittorie, le sconfitte con annesse gioie e dolori. Pochi giocatori rimangono impressi nella memoria vita natural durante e vengono ricordati per sempre dagli ultras e dagli appassionati. Un vero e proprio esercito è quello che, di contro, è composto dai giocatori caduti clamorosamente nel dimenticatoio. La gente si ricorda di loro solo per pochissimi istanti per poi ritornare al campione di turno che con le sue gesta illumina le giornate degli sportivi. E' proprio in questo esercito, tuttavia, che si trovano i calciatori più simpatici, coloro che quando per sbaglio pronunci il loro nome, ti ricordi quando tifavi calorosamente per loro, sperando ed imprecando che giocassero sufficientemente decente per consentire alla tua Fiorentina un numero maggiore di vittorie. E' qui che si trovani gli idoli scherzosi, buoni giocatori che non erano e non sarebbero mai diventati fuoriclasse ma che quando gli rivedi accapare in qualche sconosciuta trasmissione di un'anonima rete privata in veste d'opinionista il tuo cuoricino ha un sussulto.


Negli ultimi due anni il numero 30 era saldamente sulle spalle di Luca Toni. Prima, alcuni anni prima, era di proprietà di Mauro Bressan. Arrivò a Firenze da Bari nel 1999 nell'anno della storica partecipazione dei viola alla Champions League. Sembra ormai passato un secolo da quella squadra e da quelle emozioni. La Fiorentina che non aveva una rosa lunghissima, comprendeva alcuni elementi che avrebbero toccato il calcio dei grandi per poche partite, prima di ricascare nel più grigio anonimato ed alcuni (Batistuta, Rui Costa e Toldo su tutti) che erano veri e propri pezzi da 90 ed invidiati da tutta Europa. La rosa (in rigoroso ordine per numero di presenze in campionato) era composta da: Toldo, Batistuta e Rui Costa, appunto, seguiti da Di Livio, Repka, Pierini, Adani, Rossitto, Heinrich, Chiesa, Cois, Amoroso, Firicano, Balbo, Tarozzi, Mijatovic, Torricelli, Okon, Padalino, Amor, Vakouftsis, Taddei e "Lulu" Oliveira (sono sicuro che ai tifosi viola che hanno appena letto la rosa al completo sarà scappato un sorriso su questo o su quel nome di giocatore). Tra questi c'era ovviamente anche il nostro Bressan (che nella lista si colloca tra Firicano e Balbo) che giocò un campionato più che dignitoso.


E' proprio alla Champions, comunque, che questo veneto sarcigno, centrocampista dalla grande corsa e dai piedi discreti, che sarà per sempre ed indissolubilmente legato da un gesto che pochi altri grandissimi campioni hanno mostrato sui terreni di gioco di tutto il mondo. E' l'ultima partita del primo turno ed a Firenze arriva il Barcellona che ha già steso i viola all'esordio della competizione con un sonoro 4 - 2. Ora la situazione è diversa: la Fiorentina è reduce dalla clamorosa impresa di Wembley dove un destro devastante di Batistuta da posizione impossibile aveva battuto Seaman e piegato l'Arsenal eliminandolo dalla competizione con una giornata d'anticipo. Ora entrambe hanno l'accesso garantito al secondo turno e possono giocare più sciolte. Trapattoni, quindi, applica il turn over e manda in campo una formazione molto "operaia" con Toldo in porta, Adani, Firicano e Pierini in difesa, Di Livio, Bressan, Rossitto, Heinrich e Rui Costa in mediana con Balbo e Chiesa davanti.


Quell'anno Bressan giocava ancora col 21, il suo numero portafortuna (l'anno dopo sarebbe passato al 30 con Nuno Gomes che avrebbe ereditato il 21 per motivi di marketing) ed in quella partita, contro gente come Figo e Rivaldo fece qualcosa che nessun tifoso viola dimenticherà mai: pallone che ballonzola sulla trequarti del Barça, Bressan aspetta che si posizioni all'altezza giusta e sfodera una rovesciata a dir poco strabiliante per coordinazione ed esecuzione. La traiettoria s'impenna per poi ricadere ad una velocità pazzesca e va a terminare la sua corsa nel sette alla destra del portiere Arnau (il Barcellona, dopo Zubizarreta, c'è da dirlo, deve ancora trovare un degno numero 1. Arnau è stato uno dei tentativi andati male ed anche oggi con Victor Valdes le cose non vanno meglio). Incredulo lui, increduli tutti. Mi ricordo benissimo la mia reazione al gol: sono saltato in piedi urlando semplicemente "Bressan!!!" per poi stare ad occhi spalancati per tutto il resto della partita (tra le altre cose fornì anche l'assist per il gol di Balbo). 1-0 per i viola, 3-3 il risultato finale. I dettagli non servono, è stata semplicemente la sua partita.


Mauro Bressan è stato l'eroe di una notte per una città. Se ne andò l'anno prima del campionato-disatro 2001/2002 con una Coppa Italia vinta (meglio che niente) e quando fece i bagagli nessun tifoso lo salutò degnamente, nessuno lo ringraziò per quel magnifico gesto che la Uefa ha deciso di inserire tra i 20 più bei gol mai realizzati in una partita di Coppa dei Campioni, nessuno, tantomeno Cecchi Gori che lo sbolognò via al Venezia per pochi soldi.


Oggi, il buon Mauro è ancora un giocatore di calcio. A 36 anni gioca nel Lugano, nella serie B Svizzera.


Perciò con questo post, rendo omaggio ad uno dei tanti eroi dimenticati del nostro calcio sicuro che, semmai dovesse passare per Firenze e venisse riconosciuto, un caffè ad un bar sarà il minimo che un qualunque tifoso possa offrirgli per ringraziarlo di uno dei gol più belli della storia della Fiorentina.